VILLAS IN UMBRIA & THE BORDERS of TUSCANY
by Studio Tecnico Romizi

ARCHITECTURE: portals in Calvi dell'Umbria

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cenni di presentazione e schede a cura di Maurizio Pucci, architetto

E’ il più meridionale centro umbro, detto Carbium, circondato da boschi che resero famose le carbonaie.
Territorio ricco di ruderi, tombe, acquedotti, monete d’epoca classica ed un’urna sepolcrale rinomata.
La sua posizione strategica per il controllo dei confini le provocò lunghissime lotte cruente, tanto che si fu costretti a nominare una Commissione (che quindi non è un'invenzione parlamentare recente) di Calvesi e Narnesi per ratificare i confini e stabilire una pace duratura, che sfociò nel Lodo del 1456, forse sotto la spinta della Pace di Lodi di due anni prima, che garantì un assetto politico stabile a tutto il territorio della nostra penisola. Oltre il valore storico il Lodo è oggi utile per le ricerche toponomastiche sul territorio.
Inoltre Calvi è anche il Paese dei presepi. Qui si conserva un presepe in terracotta invetriata, forse opera dell'artista calvese Rinaldo, attivo nel sec. XVI.
Per rinverdire questa peculiarità ho notizia che dal 1982 rinomati artisti si sono cimentati in murales sulle piccole case, sempre col tema della Natività.

Ma di Calvi vorrei ricordare un episodio, perché mi offre lo spunto di alcune riflessioni o, meglio, divagazioni sul tema della tolleranza e accoglienza civica.
Ecco il fatto: “...Verso la metà del sec. XIII furono distrutti alcuni castelli vicini ...e i Calvesi accolsero i randagi nelle loro terre e permisero loro di costruirvi le case e la Chiesa di S. Salvatore (ora distrutta e ricca di affreschi dei secc. XIV-XV, ndr) presso, ma fuori le mura castellani, in quel declivio detto Fossa. Estesero a loro tutti i diritti e privilegi comunitativi e permisero loro di avere uno stendardo bianco, a differenza del loro, che è rosso e che doveva sempre precedere nelle processioni e nelle feste. Fu aperta per loro una porta nelle mura castellane, detta Di Mezzo, per distinguerla dalla principale, chiamata Da Capo. Per molto tempo furono chiamati Costaioli o di San Salvatore...” (M. TABARRINi, L'Umbria si racconta, Vol. I, pag. 226).
I Calvesi accolgono con riserve i randagi, in un'epoca dove le rivalità del campanile sono sentite e manifestate anche con esiti cruenti. Offrono loro un terreno, ma fuori le mura e, certamente, poco appetibile per la speculazione edilizia (declivio detto Fossa), privo di comunicazione con l'interno, che viene creata ad hoc per loro. I Costaioli hanno uno stendardo processionale che però sfila dietro il Gonfalone comunale, nelle rigida gerarchia dettata nelle pubbliche manifestazioni. Sempre i Costaioli dimostrano di possedere grandi risorse economiche, potendo edificare la Chiesa di San Salvatore ed abbellirla con affreschi, di indubbio valore artistico.
Con queste informazioni mi sarebbe piaciuto immaginare una specie particolare di gentrification ante litteram: una zona depressa assume l'aspetto di un ricco borgo extra moenia, con evidente innalzamento del tenore di vita.
Purtroppo la fine della Chiesa e la mancanza di altre informazioni topologiche sulla Costa, non riescono a confortare le mie fantasie, che rimangono quindi solo persottolineare un atteggiamento civile di integrazione veramente esemplare.

 

June 2016 pictures, presentazione 07.2017

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